Il diabete mellito di tipo 2 (DM2), rappresenta un fattore di rischio indipendente accertato per le malattie CV e i pazienti con DM2 presentano un rischio di mortalità CV che è 2/3 volte maggiore rispetto a quello dei pazienti senza malattia, inoltre il rischio aumenta con l’aumentare dei valori di colesterolo1,2
Le recenti Linee guida ESC-EAS hanno inserito i pazienti con DM2 nelle categorie a rischio ALTO o MOLTO ALTO di incorrere in eventi cardiovascolari e hanno stabilito che in questi pazienti il controllo metabolico deve essere associato al controllo dei determinanti il rischio CV, ovvero i fattori modificabili quali: fumo, pressione arteriosa e colesterolemia.
Le Linee Guida hanno rivisto al ribasso i valori target di C-LDL: nel Pz ad ALTO rischio l’obiettivo è <70 mg/dL; nel Pz a rischio MOLTO alto è <55 mg/dL2
Nello stesso documento sono indicati i valori target di C-non HDL: rispettivamente <100 mg/dL e <85 mg/dL nei pazienti ad rischio ALTO o MOLTO ALTO2. Questo parametro clinico è utilizzato in diabetologia per valutare l’eventuale modifica del pattern lipidico, senza la variabilità del valore dei Trigliceridi o comunque senza la necessità di ricorrere alla formula di Friedwald nel caso il referto non riporti il valore di C-LDL
1.Avogaro A. G Ital Cardiol 2016;17(12 Suppl 2):3S-12S; 2. 2019 ESC/EAS Guidelines. European Heart Journal 2019;00:1-78. 3. Annali AMD 2018
Numerosi trial clinici hanno infatti dimostrato come nei pazienti diabetici la riduzione del C- LDL comporti una significativa riduzione di eventi CV maggiori (MACE)1
Per quanto riguarda la popolazione italiana, secondo gli annali AMD 2018, soltanto il 17% dei pazienti con DM2 raggiunge il target composito relativo ai valori raccomandati di HbA1c, controllo lipidico e pressione arteriosa.
Dei pazienti che non raggiungono questo target, il 40% presenta livelli di colesterolo LDL ≥100 mg/dl e il 15% ≥ 130 mg/dL3
1.Avogaro A. G Ital Cardiol 2016;17(12 Suppl 2):3S-12S; 2. 2019 ESC/EAS Guidelines. European Heart Journal 2019;00:1-78. 3. Annali AMD 2018
Le due patologie presentano inoltre una complessità di management estremamente simile: 1) la necessità di intervenire sulla modifica dello stile di vita, costituito prevalentemente dalle componenti dieta, esercizio fisico ed educazione terapeutica; 2) la scelta della terapia farmacologica che consenta di raggiungere i target (di HbA1c e di C-LDL, rispettivamente); 3) la verifica della aderenza alla terapia da parte del paziente; 4) l’aggiustamento/modifica della terapia e l’impiego delle associazioni nei casi di mancato raggiungimento dei target.
Il progetto formativo intende fornire ai partecipanti le evidenze scientifiche della necessità di gestione attenta della dislipidemia nel paziente ad alto rischio in quanto diabetico. Il focus sarà posto sui rischi derivanti dal mancato controllo della dislipidemia nel paziente diabetico e sulle modalità di gestione terapeutica per raggiungere i livelli target previsti dalle più recenti linee guida.
Sulla base di queste premesse risulta evidente come sia necessaria una formazione continua e sul campo relativamente alla patologia ed ai trattamenti disponibili, sia quelli che impattano sullo stile di vita sia quelli farmacologici, per identificare le migliori strategie terapeutiche finalizzate al raggiungimento dei target indicati dalle Linee Guida.